Questa è la seconda parte del mio viaggio da Vancouver a Los Angeles, se non avete ancora letto la prima parte vi consiglio di recuperare, per avere un filo logico del discorso e per capire come tutto questo sia iniziato: Da Vancouver a Los Angeles in 3 mesi (parte 1)
Ritorno a Seattle
Durante il mio periodo al ranch di cavalli selvatici, mi ha chiamato Aaron, il ragazzo che mi aveva ospitato a Seattle. Mi ha chiesto se potevo tornare a prendermi cura della casa e della gatta mentre lui era in vacanza in Islanda. Non avrebbe prenotato se io gli avessi detto di no.
Beh. Gli ho detto di si.
Il viaggio da Bend a Seattle è davvero lungo, le coincidenze dei bus sono pesanti e avrei dovuto aspettare ore e ore a Portland seduta in stazione. Così Aaron si è offerto di venire a prendermi a Portland ed eccomi li, seduta alla stazione dei treni di Portland con addosso la mia testa di panda, un ottimo modo per regalare un sorriso e per fare due chiacchiere con qualcuno.
Questa storia di comprare una testa di panda è successa un po per caso, mentre ero in Canada, al supermercato, forse per Halloween, vendevano delle teste di animali in gommapiuma e io ho deciso che panda tornava a casa con me. Dopo un paio di settimane ho deciso di partire. Potevo mica lasciare Panda in Canada?
Aaron è partito e siamo rimasti a casa io, Samantha la gatta e una ragazza francese di 10 anni meno di me, Fiona. Abbiamo vissuto a stretto contatto per due settimane, ci siamo conosciute ogni giorno di più e lei è diventata la mia piccola amica francese senza neanche volerlo.

Quando Aaron è tornato gli abbiamo preso la macchina e siamo andate insieme a visitare Port Towsend, un posto fantastico! Con l’arrivo di Aaron è ricominciato anche l’andirivieni di viaggiatori, e quindi di cene in compagnia, anche da 15 persone dove si mangiava seduti sulle latte della vernice perchè non c’erano piu sedie.
E così ho conosciuto un gruppo di 4 ragazzi venuti a Seattle per un festival di cortometraggi nel quale ho potuto partecipare a una giornata e vedere dei bellissimi mini-film, un altro gruppo di amici che viaggiavano con una barca e si fermavano nei porti a fare degli spettacoli pirotecnici bellissimi, una ragazza francese che dopo aver comprato un furgone è riuscita ad andare a lavorare nelle farm di Marijuana e chissà quanti altri che ora faccio fatica a ricordare.
Alla fine ridendo e scherzando sono rimasta a casa di Aaron altri 20 giorni che con i 10 che avevo fatto appena arrivata a Seattle fanno un mese. Non posso dire di aver vissuto a Seattle, forse un mese è troppo poco, però mi sento a casa e quando l’altro giorno Aaron mi ha scritto ancora di tornare non ho potuto fare a meno di guardare i biglietti aerei. Conosco tutti gli angoli di quella casa, ho costruito, mentre Aaron era via, un pavimento di legno nel sottotetto, ho rovistato in cantina, e so esattamente dove sono sistemate tutte le cose in cucina.
Quando è stato il momento di andare in aereoporto ero davvero molto triste, ma per tutte le cose c’è un tempo e anche se ero triste sentivo che era il momento di andare, che nuove storie mi aspettavano.
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San Francisco e Lake Tahoe
Benvenuta in California! E’ stato amore a prima vista, dall’esatto momento in cui Kathy è venuta a recuperarmi all’aereoporto, fino a quando ho preso il bus per Los Angeles. San Francisco è davvero bel-lis-si-ma!!!!! Non starò qui a ripetere quello che ho già scritto in “Memorie da San Francisco“, ma voglio continuare a raccontarvi della mia avventura e del perchè questa parte di viaggio l’ho intitolata San Francisco e Lake Tahoe. Nell’annuncio a cui ho risposto su Workaway cercavano qualcuno che potesse guidare un paio di giorni a settimana da San Francisco a Lake Tahoe che si trova praticamente al confine con il Nevada. In un paio di settimane avrei visto due dei piu bei luoghi della California quasi a costo zero.

Kathy è una donna particolare di quasi 50 anni, ha una bella famiglia e una figlia che sta diventando donna, ma anche una bambina piccola e biondissima. Lavora come capo infermiera all’ospedale a San Francisco e tutta la sua vita l’ha passata li. Fino a quando lei e suo marito hanno deciso di affittare una casa in montagna, nella Squaw Valley. Nevica tantissimo durante l’inverno e per amore della figlia piu grande che fin da piccolissima ha intrapreso i corsi di sci, hanno deciso di spostarsi quasi definitivamente in Squaw Valley a due passi dal lago Tahoe per l’appunto. Però Kathy non può abbandonare il suo lavoro, suo marito è disoccupato e lei è l unica al momento che lavora.
Così si ritrova a fare la pendolare. Il giovedì sera dopo lavoro e dopo aver cenato prende la macchina, mette sul seggiolino la figlia piu piccola e si dirige verso Lake Tahoe. Ma da sola non lo farebbe mai. E’ un pericolo pubblico alla guida, di notte non ci vede e le danno fastidio le luci delle altre macchine e quando l’ho vista mettersi gli occhiali da sole sopra gli occhiali da vista le ho detto di fermare la macchina e che avrei guidato io e soltanto io. Quando non ha volontari che la riportano a casa fa scendere il marito con il bus il giorno stesso, così che poi lui può guidare la macchina per tornare a casa. La domenica sera lei e la piccola bionda risalgono in macchina per tornare a San Francisco. Un tragitto di circa 3 ore. Fa così da 15 anni.
E’ bellissimo arrivare a San Francisco, vedere da lontano le luci della città, passare il ponte, ritrovarsi in pieno centro guidando su e giù per quelle strade a tratti incredibilmente in pendenza.
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I miei weekend sul Lago Tahoe in California
Los Angeles
Il contatto di Ron, me l’ha dato Fiona, la mia piccola amica francese conosciuta a Seattle. Ron è un uomo anziano, più di fisico che di mente. Nato a Los Angeles, ma all’età di 17 anni emigrato alle Hawaii dove ha passato una vita incredible cavalcando le sue onde, quelle che ancora “sente” mentre gli vengono gli occhi lucidi guardando un documentario su Maui in tv.
Ron è rimasto sposato una vita finchè non ha deciso di divorziare e partire per la Thailandia. Scaduto il visto, a Los Angeles non ci è tornato da solo, ma con una bellissima ragazza thailandese che ha sposato a Las Vegas e dalla quale ha avuto una bellissima bambina. Purtroppo dopo che la nuova moglie ha ottenuto la green card, lo ha lasciato portandosi via la bambina e facendo perdere le traccie. Inutile raccontarvi che Ron ha smosso mari e monti, avvocati e tribunali per quell’unica figlia che la vita gli ha donato. Ci è riuscito, ora la bambina è affidata a lui e la madre la vede solo durante il weekend.
Io e Ron siamo andati subito daccordo, è una persona schietta, come piace a me, che ti dice le cose che pensa senza troppi giri di parole. Ron non voleva molto da me, gli piaceva quando al mattino gli preparavo un centrifugato di frutta e verdura, quando insegnavo alla bambina come mettere in ordine la sua cameretta, come organizzare le sue cose e piegare i vestiti. Voleva che la casa fosse ordinata, ma non maniacalmente e io che adoro sistemare le zone belle incasinate, ogni tanto gli facevo la sorpresa e lui diceva sempre che ero magica e non capiva come facessi a riordinare e organizzare tutte le sue cose in quel modo.

La casa che ha comprato è nel quartiere messicano della città, a un’ora e più dal centro. Se siete stati a Los Angeles sapete quanto è grande, se non ci siete mai stati amplificate di altre 5 volte quello che per voi vuol dire grande. Los Angeles è immensa. Lui, pur non riuscendo tanto bene a camminare mi ha portato a visitare un sacco di posti nei dintorni di San Pedro, siamo stati al mare, a un concerto, si è sempre offerto di portarmi e venirmi a prendere alla fermata del bus, anche se erano solo 5 minuti a piedi.
E’ stato un amico, un papà, un nonno.
Era bello sedersi intorno al fuoco in giardino e guardare gli orsetti lavatori litigare tra loro sugli alberi. Abbiamo costruito insieme non solo la sua piccola casa che è sempre piu bella e funzionale ogni giorno che passa, ma anche un bellissimo rapporto di amicizia.
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Las Vegas
Mancavana solo una settimana al mio ritorno a casa in Italia, alla fine ho deciso di rimanere con Ron quasi un mese. Quella mattina Ron mi ha guardato e mi ha chiesto cosa volessi fare questi ultimi giorni a Los Angeles. L’ho guardato e gli ho detto: “Andiamo a Las Vegas!” e lui mi ha preso seriamente e mi ha detto “OK”.
Il piano era portare la bambina all’asilo al mattino, ma non dirle niente perchè si sarebbe messa a piangere. La nonna poi sarebbe andata a prenderla a scuola e sarebbe rimasta con lei un paio di giorni.
Io metto la benzina lui paga l’albergo.
E così partiamo.
Siamo stati a Las Vegas solo una notte, ma che notte!! Ron, che non aveva assolutamente voglia di camminare mi mollava con la macchina nei posti che volevo vedere oppure parcheggiava, quando lo trovava, nei posti per i disabili avendo il regolare permesso. Abbiamo visitato alcuni casinò e ho giocato, ho vinto e poi ho perso, mentre Ron continuava a ordinare da bere.

Las Vegas è incredibile. Se non ci vai per spendere soldi non ti diverti molto. Oltre a giocare e a bere alcolici siamo saliti sulla torre piu alta di tutta Las Vegas, dalla quale si ammira una distesa infinita di luci e poi l ho convinto a venire con me per visitare l’albergo che ha riprodotto al meglio la nostra bella Venezia. Nei canali c’erano addirittura le gondole e i gondolieri!
La notte passa in fretta e al mattino dopo è lui che vuole rimanere una notte in piu. Io declino, ho già speso abbastanza, ma sulla strada del ritorno non ci sta proprio a tornare a casa! Così ci dirigiamo all’entrata del Joshua National Park.
Conclusioni
Questi sono i viaggi che amo fare. Quei viaggi nei quali non programmi nulla eppure tutto magicamente si incasella al posto giusto, quasi come fosse tutto scritto in un copione. Viaggio per luoghi di cui so poco e nulla, scoprendoli poco a poco, conoscendo persone che mi accolgono nella loro vita per un breve periodo, permettendomi di prendervi parte. Alcuni li porto nel cuore più di altri, ma con tutti si instaura un rapporto particolare, un rapporto intimo e di fiducia reciproca. In un mondo nel quale gli scambi interpersonali sembrano essere sempre più veloci e digitali, in questi viaggi riscopro il piacere del raccontarsi storie e esperienze senza fretta, davanti ad una cioccolata calda bevuta al tavolo in cucina. La sana e sincera curiosità di conoscere qualcuno di cui non sappiamo nulla, aprendoci con fiducia.
Per vivere un avventura del genere non serve troppo. E’ necessario essere un po camaleontici e credere nel genere umano, riscoprendo la gioia naturale di conoscere il prossimo e, di conseguenza, se stessi.
Ciao, sono rimasta molto colpita non solo dai luoghi che hai visitato ma soprattutto dei rapporti umani che hai costruito. Questo è ciò che intendo per viaggio: conoscere luoghi nuovi ma soprattutto costruire nuovi rapporti.
Maria Domenica
E’ la parte del viaggio che preferisco, un paesaggio ti riempe l’anima in quel momento, ma un rapporto umano di amicizia può rimanere tutta la vita!
Questi sono tutti luoghi che sono nel mio radar ed appena sarà possibile organizzerò un mio itinerario, non vedo l’ora. La tua storia mi sarà di aiuto nella programmazione, bene leggere le esperienze altrui. – Paolo
Sono tutti posti meravigliosi, non c’è nulla di cui ho visto che non ti consiglierei di vedere. Spero che riuscirai presto a visitarli!
Questo tuo racconto mi piace sempre di più. Come dici giustamente tu, la cosa bella di questi viaggi è che, sebbene nulla sia programmato, tutto si incastra perfettamente. La storia di Kathy è bellissima.
Si, è una persona davvero particolare 😀 Credo basti essere positivi e tutto vien da sè!
Sei partita quasi senza rendertene conto e alla fine non solo hai visto luoghi fantastici ma hai creato legami bellissimi. Aron, Kathy, Ron, la ragazza francese ma anche tutti i viaggiatori che sono passati da casa di Aron non credo che li dimenticherai mai!
Sicuramente hanno tutti uno spazio nel mio cuoricino. E mi mancano un po!
A Los Angeles sono stata un anno fa e mi era piaciuta molto, però le distanze è vero sono enormi. Tu però viaggi in un modo molto particolare, senza programmi, io non riuscirei a stare via così tanto tempo. E’ una qualità che hai.
Per me il viaggio è scoperta e relazione umana e per questo ho bisogno un po di tempo per visitare i luoghi e fare esperienze piu da local. Per me stare via un mese o due ormai lo considero troppo poco tempo 😛
Un viaggio fatto di incontri! Anche se non ho mai comprato un biglietto di sola andata, credo che la formula magica per vivere al meglio qualsiasi viaggio sia il rispetto e il sapersi adattare, come dici tu “essere camaleontici”.
Un saluto dai Lemuri
Noi compriamo i biglietti di sola andata perchè tutte le volte che abbiamo comprato il ritorno lo abbiamo sempre perso! Durante il viaggio ci capita spesso di cambiare programmi, idee, o di incontrare qualcuno che ci fa cambiare strada. 🙂
Lessi la prima parte la settimana scorsa e ne sui piacevolmente colpita.. Ma questa volta ancora di più perché hai toccato città che a me piacciono tantissimo come San franciscomi stai facevo vivere un sogno attraverso i tuoi racconti
Ciao Federica,
grazie per questo bellissimo messaggio, sono contenta di riuscire a trasmetterti un po delle mie emozioni di viaggio
questi luoghi ho sempre voluto visitarli. hai vissuto una belle esperienza e fai benissimo a raccontarla e condividerla sul blog. La storia di Kathy è bellissima. btw
Grazie Gianluca! Si, Kathy è troppo forte!
Ho letto tutto d’un fiato la seconda parte del tuo viaggio! Quante cose sei riuscita a fare e quante posti nuovi vedere; senza contare la conoscenza con Ron che sembra un personaggio molto simpatico e pronto alle avventure!
Ron è una persona che non dimenticherò mai, grazie per avermi letto!
Il tuo modo di viaggiare è quello che utilizzo anch’io, mi lascio semplicemente andare al flusso e accadono davvero coincidenze magiche. Per viaggiare veramente, secondo me, è necessario concedersi tempo. Le visite fugaci hanno il sapore di una cartolina, non le escludo ma non ne vado matta. Durante il viaggio cerco una trasformazione profonda, sarà per questo che amo leggerti. 🙂 Tempo per ambientarsi, per prendere confidenza con il luogo e instaurare rapporti umani. Non ho ancora usato work-away, però. Lo consulto spesso e non vedo l’ora di fare la mia prima esperienza. 🙂 ps la casa mi piace un sacco!
Ma che bello questo messaggio! Sembra proprio che condividiamo la stessa idea del concetto di viaggio. Proprio per questo dovresti fare al più presto la tua esperienza con workaway, sembra proprio una cosa per te! Sono viaggi ed esperienze come questa, fatte di condivisone e incontri, che ci fanno stare bene e nutrono il nostro spirito!
Fammi sapere se parti e come va!
Che meravigliosa esperienza, anche se non so se sarei in grado di farla, anche per eta….. avanzata.. Aldilà dei luoghi interessanti che hai visitato mi hanno colpito gli splendidi incontri che hai fatto: Aaron ,Fiona, Kathy e soprattutto Ron, che solo un viaggio di questa tipologia ti permette di fare.
Ciao Sabina,
Non credo ci sia un età giusta o sbagliata per fare un tipo di esperienza come questa, devi solo buttarti e seguire il tuo istinto e il tuo cuore 🙂
Quello che hai raccontato è il viaggio che tutti dovrebbero fare e tutti dovrebbero volere. Io diffido sempre di chi è troppo organizzato e non si lascia andare all’improvvisazione. I viaggi migliori sono quelli in cui gli incontri ti portano a vivere esperienze uniche e indimenticabili.
Ben detto! Un viaggio tutto organizzato implica anche una serie di aspettative… Improvvisare invece ti permette di scoprire di volta in volta qualcosa di nuovo e di meravigliarti spesso!
ho letto con molto piacere anche la seconda parte di questo tuo magnifico viaggio, un viaggio che sinceramente non è da tutti perchè richiede molo adattamento…..
Ciao Greta,
lo spirito di adattamento è alla base di questo viaggio è vero! Senza quello tutto diventa molto complicato
AH, che viaggi epico e chic allo stesso tempo! Devo dire che tre mesi così mi farebbero gola non poco! per il momento sono ad un passo dal prenotare un volo per Chicago. Sempre meglio di niente no? 😉
Cavolo si! Da Chicago poi puoi scendere un po più giu e raggiungere New York 😛
Bellissimo questo viaggio così speciale e bellissimo il modo che hai di raccontarlo! Hai fatto degli incontri stupendi durante quest’avventura e le persone che si incontrano durante un viaggio avranno sempre un posto speciale nel nostro cuore…
Viaggi del genere sono difficili da dimenticare. Ti aprono il cuore e la mente 🙂