Da Darwin ad Alice Springs
Quella da Darwin ad Alice Springs è una tappa del lungo viaggio che abbiamo affrontato a bordo di una Ford Fairlane del 1990. Ma il vero viaggio è iniziato molto prima, quando siamo partiti da Perth guidando verso nord fino a Darwin, per poi puntare a sud tagliando a metà il rosso cuore australiano fino a raggiungere Adelaide e tornare a Perth costeggiando il mare.
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I coccodrilli a Darwin
Darwin è tutto ciò che non immaginavamo. C’è una gran vita, sia diurna che notturna, le strade principali sono piene di gente che entra ed esce da bar, ostelli o negozi. Agenzie turistiche espongono sulle vetrate e sul marciapiede cartelloni con elencati mille e piu possibili tour, ricordando un po le strade asiatiche. Infatti Darwin, tutto è, tranne che un posto sperduto, ai confini del mondo, infestato di coccodrilli. Beh si, i coccodrilli ci sono e siamo anche riusciti a vederne qualcuno.
Per vederli abbiamo però dovuto partecipare a uno di questi incredibili tour dei dumping crocodiles, 35 dollari spesi bene! Abbiamo raggiunto in macchina l’accampamento a ridosso di un fiume melmoso. Stupidamente non avevamo prenotato e infatti i posti erano tutti presi, e quello era l’ultimo tour della giornata. Abbiamo comunque atteso fino alla fine, nella speranza che qualcuno imboccasse la strada sbagliata e non riuscisse ad arrivare in tempo per la partenza. L’ultima macchina arriva allo scadere del tempo e tutte le speranze si sgretolano in un secondo. Veramente tristi guardiamo la barca piena, e la simpatica signora ci fa cenno di salire. Strappo alla regola e partiamo! Il capitano ci avvisa che se vogliamo portare a casa tutti gli arti, non devono mai uscire le braccia dalla recinzione intorno alla barca, o barchetta.. Se devo essere sincera, mi metteva veramente poca sicurezza. Il modo per attirare i coccodrilli alla barca è semplice: quando lo si vede arrivare si prende una specie di canna da pesca e ci si attacca una bella bistecca di maiale. Ne sono ghiotti! I primi che arrivano sono piccolini, lunghi un paio di metri al massimo e il capitano ci gioca facendoli saltare per prendere la bistecca. Alcuni sono pigri, altri invece saltano completamente fuori dall acqua.


Le termiti al Litchfield National Park
Dopo una giornata intera immersa nella piscina del terribile ostello in cui alloggiamo a Darwin è giunta l’ora di proseguire verso sud, il Litchfield National Park ci attende. Carino, ma pieno zeppo di turisti! Niente di eccezionale comunque, soprattutto se l’ultimo parco che hai visto è il Karijini! Imbattibile per il momento. E’ stato comunque molto bello osservare le costruzioni delle termiti, incredibili esserini che costruiscono i loro termitai tutti perfettamente allineati in base al sole, in modo che un lato sia sempre fresco e in ombra.

Un bagno a Mataranka
La prossima destinazione sarebbe stata il Kakadu National Park, il parco più grande d’Australia. L’entrata è valida per 14 giorni, mentre noi di giorni ne abbiamo uno e mezzo. Per farlo cosi veloce abbiamo preferito non farlo del tutto e dedicarci di più alle prossime tappe. Cosi iniziamo a scendere verso Mataranka, una sorgente di acqua calda cosi limpida che si può vedere il fondo anche dal bordo. Gonfiamo il materassino da mare e ci immergiamo lasciandoci cullare dalla corrente del fiume che crea un percorso perfetto lungo una fitta vegetazione di alberi a ridosso dell’acqua, ninfee galleggianti, libellule azzurre sottilissime, rami caduti, passiamo sotto anche a qualche ragnatela lunga un paio di metri con al centro alcuni bei ragni giganti. Ci godiamo i nostri 15 min di assoluto relax.

Una notte a Daly Water

Anche qui solo qualche turista australiano, ma nessun backpackers all’orizzone. Ogni persona che nel tempo è passata di qui ha lasciato qualcosa. Una volta si lasciavano delle banconote, per avere sempre una bevuta pronta nel caso si ripassasse di li. Col tempo hanno cominciato a lasciare magliette, cappellini, reggiseni, monete, carte d’identità, biglietti da visita… Le pareti interne del pub sono completamente ricoperte da questi oggetti. Il nostro arrivo è coinciso con l’inizio dell’happy hour, il destino ci ha costretti a fermarci per la notte e partecipare così alla vita notturna del paese, che ovviamente si riduce al pub. Un signore con la barba lunga, gli occhiali e una coppola in testa cantava e suonava con una chitarra a sette corde su un palchetto di legno in fondo al cortile, mentre noi ordinavamo un piatto a testa comprensivo di bistecca a cottura media e mezzo filetto di barramundi. L’età media della sala era sui 50 anni, ma erano tutti divertiti dalla serata, ballavano, bevevano e ridevano, cosi che anche noi abbiamo deciso di buttarci nella mischia e provare i balli di gruppo australiani. L’apice della serata l’abbiamo avuto grazie a Claudio che in un attimo di euforia ha iniziato a ballare con un palo del palco facendo esplodere di risate un anziana signora, talmente tanto che era diventata tutta rossa in faccia e si teneva il petto con le mani, e ho avuto paura le venisse un infarto. Fortunatamente il mattino è arrivato senza vittime, e siamo ripartiti.

Alieni e canguri
Dopo aver visitato una cittá fantasma con alcune case ancora in piedi e un vecchio pub ormai vuoto e sporco, ci dirigiamo verso il punto che conta apparentemente il numero maggiore di avvistamenti ufo del paese. Come non poteva esserci un pub anche li? Tappezzato di ritagli di giornale con le piu stravaganti notizie di avvistamenti alieni, magliette in vendita, cappellini e mille altre cose con disegnati alieni di tutti i tipi, e fortunatamente un buon frigo ricco di dissetanti birre terrestri.
Un signore davanti a noi ha qualcosa sotto la maglietta, e quando ci nota incuriositi, lascia scivolare fuori l’intruso. E’ un piccolo cangurotto! Lo prendiamo un po in braccio anche noi, sembra perfettamente a suo agio e ci lecca le mani come un cagnolino, i suoi occhi sono completamente neri, è morbidissimo! Il pub era una cagata megagalattica, per stare in tema, ma per fortuna ci ha regalato la gioia di coccolare un animale che finita quest’esperienza non vedremo più!

Il pub di Mike nell’outback
Su questo pezzo di strada c’è poco da fare e poco da vedere, più che altro è un esperienza perchè stiamo tagliando in due l’outback. Prossima tappa? Un altro pub! E ci arriviamo che ormai è quasi sera. Un altro museo oserei dire, ma questo, a confronto degli altri, decisamente meno turistico e piu autentico. Eravamo noi, tre signori con una roulotte e una famiglia di aborigeni. Il gestore vive li da 10 anni ed è veramente incredibile perché non c’é nient’altro che quel pub con davanti una pompa di benzina. Anche qui le pareti sono piene di banconote e Mike, dopo averci dato un paio di birre, inizia a mostrarci tutti gli euro appesi e tutte le scritte in italiano che gli hanno lasciato i viaggiatori passati di li. Ad un certo punto va via e dopo 5 minuti torna con sottobraccio uno scatolone e comincia a mostrarci, fiero, la sua collezione di biglietti con i saluti italiani, alcuni scritti su vecchi abbonamenti del treno, altri hanno lasciato monetine, c’erano anche un paio di occhialini da piscina e una cuffia. Si vedeva proprio che ci teneva un sacco, e anche noi abbiamo deciso di scrivergli qualcosa su di un cartoncino trovato tra l’enorme casino che è la nostra macchina. Ci siamo fermati solo per qualche ora, ma ci è veramente dispiaciuto spendere cosi poco tempo in un posto cosi pieno di vita e di storia. In piu avevamo appena passato una serata abbastanza dispendiosa tra birre e filetti vari a Daly Waters e non potevamo permettere di lasciarci andare coi soldi. Ma se voi potete, rimanete almeno una notte, credo ne valga la pena, anche solo per parlare un po con lui.

Due ore ad Alice Springs
Siamo arrivati ad Alice Springs.





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