Quando penso alla Cambogia penso ad un paese che mi è rimasto nel cuore, che mi ha affascinato, fortemente emozionato e nel quale conto di ritornare. Allo stesso tempo però penso anche ad un paese sporco, corrotto, che mi ha fatto incazzare e che mi ha fatto venire la voglia di lasciarlo prima del tempo.
Guardandomi indietro e sfogliando tra i ricordi conservati nella mia testa ho la sensazione di essere stato in un paese con due facce ben distinte e diametralmente opposte l’una dall’altra.
La prima faccia della Cambogia
Una faccia è quella che ho visto attraverso i finestrini di mini van e bus che mi hanno scarrozzato lungo le rotte turistiche più battute, da Siem Reap a Phnom Pehn fino ad arrivare a Sihanoukville. La Cambogia dove si paga con il dollaro americano, un paese sporco, ancora disperato, dove i bambini chiedono l’elemosina, i tuk tuk driver ed i venditori sulle strade sono assillanti come non mai e le ragazzine si prostituiscono.
Una Cambogia che porta addosso i segni evidenti di quello che ha subito, che ha cercato solo di fregarmi e spillarmi soldi.
Una Cambogia un po’ subdola con la quale non sono riuscito ad entrare in contatto e nella quale non mi sono mai sentito a mio agio.
La seconda faccia
L’altra faccia invece è quella che ho visto uscendo dalle piste più battute, quella dove si paga con il Riel, quella che ho vissuto sulla mia pelle senza filtri in sella ad un motorino viaggiando senza troppi punti di riferimento verso nord est.
In questa Cambogia l’asfalto lascia spazio a strade dissestate e polverose di terra rossa.
In questa Cambogia nessuno mi chiede l’elemosina, nessuno mi propone un viaggio in Tuk Tuk, nessuno mi chiede nulla, in questa Cambogia sono io che ricevo, ricevo sorrisi.
E’ una Cambogia rurale, contadina, secca, povera ma dignitosa e sorridente, una Cambogia che mi osserva con curiosità.
Una Cambogia generosa dove mi viene offerto da bere e da mangiare, un Paese che mi commuove.
In questa Cambogia i bambini sono ovunque, tanti, tantissimi! E’ un Paese giovane, abitato da uomini e donne che lavorano duramente nei campi e da bambini che corrono da tutte le parti salutandoti in continuazione, sorridenti, bellissimi.
Una Cambogia che al calar del sole ti lascia impolverato dalla testa ai piedi, dello stesso colore della terra, stanco, puzzolente ed estremamente felice.