Fare un viaggio in Thailandia se proprio devo essere sincera non era tra le mie prime scelte, io volevo andare in Australia. Ma era il 2012 ed ero povera in canna. Ho dovuto in un certo senso “accontentarmi”. Ero comunque elettrizzata dall’idea di partire per un Paese lontano, per mesi, e immergermi in situazioni tutte nuove da scoprire.
E così eccomi a Milano Malpensa, il 1 gennaio 2012 con un biglietto aereo per Bangkok, con scalo a Doha. Il ritorno era previsto per il 27 febbraio. Ma questi non erano gli unici biglietti aerei che avevo comprato! La prima volta che mi spingevo oltreoceano volevo farlo molto bene e quindi partivo anche con un biglietto aereo Phuket/Bali a/r 1 Febbraio – 17 Febbraio. Perchè non fare una parentesi indonesiana durante il viaggio che allora consideravo il viaggio della vita?
Bangkok
L’arrivo a Bangkok me lo ricordo molto bene. La fila fuori dall’areoporto, il sole ormai era tramontato e le luci della città le guardavo dal finestrino del taxi mentre a tutto gas mi portava alla guesthouse che avevo prenotato. L’unica prenotazione che ho fatto in tutto il viaggio.
Non era una vacanza, ma un viaggio, un avventura e quindi l’idea era quella di lasciarmi portare dagli eventi e non organizzare nulla. Le situazioni che avrei incontrato in viaggio avrebbero reso il viaggio stesso qualcosa di unico e irreplicabile.
“Aahhh Italy… I love Baggio” è stata la frase del taxista appena sono salita in macchina. Pur essendo sera i 30 gradi si sentivano tutti. La guest house era molto carina, la mia stanza sarà stata 4 metri per 3, con un letto a castello bianco e un piccolo specchio sulla parete.
La prima impressione di Bangkok è quella di una città surreale. Forse per questo che me ne sono innamorata perdutamente. Ti chiedi dove cazzo sei capitato e non puoi fare a meno di attivare tutti e 5 i sensi contemporaneamente. Non credi a quello che stai vedendo, sentendo e odorando. E così mi sono ritrovata a far colazione in un posto che non saprei definire. Era come se mi fossi invitata a casa di qualcuno che aveva allestito davanti alla porta uno spazio di sosta per passanti, con un paio di tavolini e un grosso contenitore di latta pieno di caffè.
Sulla strada per Koh Chang: Ban Laem Mae Phim
A Bangkok ci rimango poco, ho intenzione di vivermela alla fine del mio viaggio in Thailandia, in modo da fare scorta di souvenir gli ultimi giorni e rimanere con lo zaino leggero per tutto il viaggio.
Ban Laem Mae Phim è un piccolo villaggio di pescatori fuori dalle rotte turistiche. Lo si trova viaggiando verso est da Bangkok. Mi fermo qui un paio di giorni per incontrare Marco un ragazzo che con la sua famiglia thailandese ha aperto “La Capanna” un bellissimo ristorante italiano sulla spiaggia.
La prima notte non dormo benissimo e così all’alba decido di avventurarmi sola soletta sulla spiaggia, i pescatori rientrano e i thailandesi sono già pronti a cucinare. Odore di pesce fresco sulla griglia misto a quello del mare è proprio quello che ci vuole per iniziare bene la giornata!
Rientrando in albergo faccio il mio primo incontro ravvicinato con un animale che non ho mai preso molto in simpatia. Camminavo guardandomi in giro e non mi sono accorta che a due metri da me c’era lei…. la scimmia. Un misto di curiosità e paura sia per me che lei.. Forse più per me… Si forse si!!!
In questo paesino è stata anche la prima volta che ho potuto godere di un vero massaggio thai. Me lo ricordo ancora. 2 ore incredibili di crik e crak, ma non credo di aver mai più ricevuto negli anni a seguire in Thailandia un massaggio fatto così bene come in quel piccolo salone di massaggi.
Sulle strade della Thailandia tutto è possibile. I cani a bordo strada si spostano al suono del clacson, le fermate degli autobus sembrano posizionate in mezzo al nulla, per le strade sfreccia qualsiasi tipo di mezzo e la gente pare non si arrabbi mai per niente.
Arrivare a Koh Chang è stata una mezza impresa. Esattamente il tipo di avventura che volevo. Prima ho preso un bus pubblico, poi ho viaggiato nel cassone di un pick up. Essendo Koh Chang un isola ho dovuto prendere una barca, e subito dopo un agghiacciante furgoncino. A quell’epoca mi sembrava talmente agghiacciante che non avevo avuto neanche la possibilità di fotografarlo perchè ero troppo impegnata a tenermi aggrappata per non rischiare di essere sbalzata via.
Koh Chang
Koh Chang è stato amore a prima vista. Tanto che poi ci sono tornata altre 2 volte negli anni successivi. Non so perchè non ne ho mai parlato, forse perchè egoisticamente la volevo tenere tutta per me. Avevo trovato un bungalow sulla spiaggia di Kae Bae per 12 euro al giorno, che non mi sembrava vero. Mi addormentavo sentendo le onde del mare e mi svegliavo col sole che mi toccava la pelle mentre annusavo la brezza marina.
Koh Chang in motorino si gira tutta in un ora e mezzo, è un continuo sali e scendi, ad ovest ci sono lunghe spiagge e tanti localini e negozietti carini. A est il nulla, solo giungla.
Ban Bangbao è il porto più a sud dell’isola, una cittadina che si sviluppa totalmente sul molo. Una passerella di cemento entra nel mare per 700 metri, a destra e a sinistra è fiancheggiata da palafitte di negozietti e ristoranti di pesce.
Sull’isola si possono trovare alcune cascate, ma non essendo gennaio il periodo giusto, non c’è molta acqua. E’ possibile che le cascate siano presidiate da thailandesi che chiedono pochi bath per la visita. Oltre a camminare in sentieri poco battuti e magari fare qualche brutto incontro, nella stagione secca si rischia di vedere solo piccoli e deboli rigagnoli d’acqua.
L’incontro con un cobra
E’ proprio qui a Koh Chang che ho fatto il primo incontro ravvicinato con un cobra. Un vero cobra. Si, l’animale più spaventoso che ho incontrato in questo viaggio in Thailandia.
Stavo bevendo un cocco in un piazzale in mezzo alla giungla, mentre aspettavo di fare un tour con gli elefanti. Fortunatamente alcuni ragazzi thailandesi se ne sono accorti in tempo e con un lungo bastone di legno hanno cercato di allontanare il cobra che era a pochi metri da tutti noi. Maestoso estendeva il suo corpo verso l’alto, aprendo quelle nervature del collo che lo rendono minaccioso. Non indietreggiava, anzi, si lanciava sempre con più cattiveria verso di noi. Dopo 5 minuti di lotta, vediamo un motorino arrivare a tutta velocità, fermarsi vicino al serpente e in men che non si dica e con una disinvoltura disarmante, il serpente è stato catturato e infilato in un sacco bianco.
Lascio Koh Chang direzione Chiang Mai, nel nord della Thailandia, 20 ore di viaggio.
Chiang Mai
Chiang Mai si trova a 700 km a nord di Bangkok, per raggiungerla ho preso un treno notturno. Un altra città che ho adorato e che mi ha rapita fin da subito. Anche qui ci sono tornata negli anni, ho partecipato al Festival delle Lanterne e mi sono divertita al Songkran, il festival dell’acqua più divertente al mondo.
A Chiang Mai ci sono piu di 300 bellissimi templi, ma quello che è rimasto di più impresso nella mia mente è il Wat phrathat doi suthep. Uno dei templi più antichi della Thailandia, caratterizzato da una scalinata di 300 e più scalini da cui si gode una vista stupenda su Chiang Mai. Ricordo molto oro, incenso, campane e tante offerte in soldi.

Lampang
Mi ricordo una città carina, ma nulla di particolare. Oltre alle carrozze si poteva prendere anche il taxi. Costava 20 bath una corsa, ovunque tu volessi andare.

In questa città ricordo che vigeva la regola del “no smoking” nei locali aperti, ma anche al mercato notturno ricordo mi avevano fatto buttare la sigaretta. Credo non si potesse fumare in zone affollate. Non so se sia ancora così, ma se qualcuno passa da Lampang me lo faccia sapere!
Koh Tao

Koh Phangan

Ricordo di aver letto su qualche guida turistica che tutto questo era diventato in qualche modo un business, in quanto le cliniche offrivano incentivi in denaro ai thailandesi affinché indirizzassero i viaggiatori nei loro centri…
La parte nord ovest dell isola è forse la parte più bella e meno incasinata; a nord est è difficile arrivare alle spiagge via terra, ci sono dei taxi d’acqua che ti portano per 150 bath, circa 4 euro; la parte sud è un bordello totale, le strade hanno delle pendenze inimmaginabili, ci sono un sacco di “puttodromi” e le spiagge sono meno belle delle altre, l’unica cosa bella è la vista su Koh Samui, l’isola vicina.
Koh Lanta


Phi Phi Island
Il mare è incredibile nei colori, abitato da tantissimi pesci. L’isola principale è un pó difficile da girare a piedi e le barche per spostarsi da una spiaggia all’altra costano un pó.
L’isola è devastata da un turismo impazzito… Ci sono migliaia di ragazzini sbronzi sulla spiaggia dei locali, le discoteche sono una attaccata all’altra, ognuna con la sua musica. Non si capisce un cazzo.
C’erano foto di Leonardo di Caprio ovunque e Maya bay, la spiaggia dov’è stato girato il film “The Beach”, era un vero ammassamento di turisti.
Il turismo dà da mangiare a tutta la gente del posto questo è vero, ma è anche la zona thailandese più cara che abbia trovato, con anche la minor qualità di scelta.
Koh Yao Noi
A venti minuti di barca da Phuket sono approdata su quest’isola, che ai tempi era veramente deserta, tanto da far fatica a trovare qualcuno in spiaggia. Un isola per chi cerca la tranquillità, piuttosto che vivere nell’affollata e caotica Phuket. A Koh Yao Noi all’epoca c’era un supermercato, due bancomat, una pizzeria e qualche negozietto e ristorante… Non molto di più. Un vero paradiso per un viaggio in Thailandia all’insegna del relax.
Qui ho passato due giorni con la febbre a 40. Non ho visto nessun medico, ne sono andata in ospedale. Fortunatamente il terzo giorno la febbre è scena. Da allora per 8 anni non ho più avuto nessun tipo di influenza.
Ao Nang
Finalmente sulla terra ferma dopo essere stati per tanto tempo sulle isole. Ricordo che questa era la città dove tutto costava uguale. Ti fermavi alle bancarelle e qualsiasi cosa indicassi il prezzo era sempre lo stesso. 450 bath. La cosa era abbastanza divertente, ma ricordo di non aver comprato nulla.
Oltre a questo ricordo che la popolazione non era gentilissima, pochi sorrisi e tante parole. La differenza con le zone più turistiche e quelle meno turistiche è tangibile.
Sono comunque tornata a Ao Nang l’anno dopo, e molti dei posti che avevo nel cuore non esistevano più. Quando un luogo è troppo turistico si trasforma in continuazione e forse è bello non tornarci e ricordarlo com’era.
Il primo viaggio in Thailandia non si scorda mai
Ed è vero. La Thailandia quell’anno mi è entrata nel cuore e non ne è più uscita. Negli anni avrei potuto vedere tantissimi altri posti, ma invece sono sempre tornata qui, per diversi anni di fila.
Non conosco tutto della Thailandia, anzi, pur avendola vissuta parecchio ho spesso evitato, dopo il primo viaggio, le zone più turistiche. Per esempio non sono mai andata a Koh Samui e non ho mai visto neanche Phuket. Conosco invece paesini, spiagge deserte, isole meno turistiche. Ma la Thailandia non finisce mai di meravigliare e non la si finisce mai di scoprire.
Spero che questo mio itinerario vi possa essere di aiuto per un vostro primo viaggio in Thailandia!